Lettera del Preside in occasione del termine delle lezioni
Cari tutti,
si sono appena concluse le lezioni di un anno scolastico particolarmente travagliato. Come ho detto anche in altre occasioni vi ringrazio tutti per la vostra disponibilità e il vostro impegno. Molti gesti hanno accompagnato queste settimane, gesti che hanno voluto significare la continuità di una presenza e di una formazione che ci ha visti divisi fisicamente ma comunque vicini. Certamente si è fatta didattica, ma anche – come è necessario che sia – anche relazione e appartenenza.
Cari tutti,
si sono appena concluse le lezioni di un anno scolastico particolarmente travagliato. Come ho detto anche in altre occasioni vi ringrazio tutti per la vostra disponibilità e il vostro impegno. Molti gesti hanno accompagnato queste settimane, gesti che hanno voluto significare la continuità di una presenza e di una formazione che ci ha visti divisi fisicamente ma comunque vicini. Certamente si è fatta didattica, ma anche – come è necessario che sia – anche relazione e appartenenza.
Studenti e professori hanno registrato dei video che poi sono stati montati assieme per costruire delle storie, dei saluti, degli auguri. Io stesso, non potendo incontrare i ragazzi in aula ho scritto lettere e mandato video per consigliare dei libri, sono entrato nelle classi virtuali delle quinte per delle lezioni di filosofia. Gli studenti hanno lavorato con impegno. Una di loro mi ha scritto che “Il Redi è stata come una seconda casa per me”. A quanti sono impegnati con gli esami di Stato ho già scritto una lettera specificatamente per loro.
Poi dovremo lavorare per il nuovo anno. La scuola si merita più attenzione e maggior cura. L’emergenza sanitaria ha evidenziato problemi di spazi, risorse e organizzazione che già c’erano e che da tempo chiedevano interventi adeguati. Ci auguriamo che la scuola che si prepara per il prossimo settembre, dopo questa prova, sia messa in condizione di rispondere alle legittime esigenze degli studenti, delle famiglie, di tutte le persone che in essa lavorano, per il bene di tutto il Paese.
Condivido una riflessione di Giulio Ferroni sul libro, postumo, di Sandro Onofri Registro di classe (2000):
«Leggere questo libro fa comprendere che stare dentro la scuola è forse oggi uno dei modi più essenziali e autentici di essere intellettuale, di collocarsi nelle pieghe più segrete del presente, di curarsi per il futuro, per ciò che i giovani diventeranno, per la qualità della vita che si troveranno ad affrontare. Onofri fa capire che la scuola, con tutte le sue falle, può essere ancora un luogo di contraddizione, di resistenza all'apatia, all'indifferenza e alla volgarità del consumismo diffuso: che le sue funzioni umili, la sua cultura spesso incongrua con gli obblighi dell'attualità possono rappresentare addirittura «un regno di libertà e di felicità». Si sente davvero la mancanza di scrittori e professori come lui.»
Nei nostri social trovate il poster con le foto dei Docenti che hanno aderito alla mia proposta di realizzare un collage di noi alle prese con le videochiamate per la didattica a distanza. Mi sembra una bella testimonianza e anche un bel ricordo di questi mesi, difficili ma importanti.
Allo stesso modo potete trovare il video con il suono della campanella del 10 giugno.
Ancora i migliori auguri a tutti
Anselmo Grotti